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174 carlo castone rezzonico della torre


     Altro sudore e fremito
di grave alta tenzone,
e ruote e fier cornipedi
in faticoso agone
35su l’aurea lira risuonar farò:
     e meco fia l’armonico
cigno che in sen giá venne
a riposar di Socrate,
e d’immortali penne
40moltissimo candore indi spiegò.

     A poche alme, cui furono
gli dèi cortesi e il fato,
non sotto il peso gemere
di nostre spoglie è dato,
45e lieve e schietta umanitá vestir:
     quinci per gli atti ingenui
e le parole altere
tanta da lor tralucere
suol delle patrie sfere
50virtú possente i cori altrui rapir.

     L’alme lá su da fervide
ruote son tratte in giro:
ma color vario ed indole
i duo destrier sortîro,
55che il desioso carro alzano a vol.
     Col primo invan combattono
nevi di balze alpine:
belle ha le membra, e spandono
le nari ampie aquiline
60fiamma, e batte la grave unghia sul suol.

     Il collo arduo circondano
magnanimi nitriti,
e basta sol che a vincere
l’erta del ciel l’inviti
65dell’animosa sferza il rotto suon;