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ii - poesie varie | 161 |
II
IN MORTE DI ANNIBALE OLIVIERI
archeologo pesarese.
S’è ver che gli usi e le solerti cure
e il lungo vigilar serene notti
seguon sotterra oltre le tombe oscure
l’alme de’ dotti,
5varca pur l’onda che non ha ritorno,
saggio Neralbo: un nuovo sol ti splende,
e in taciti recessi ermo soggiorno
di lá ti attende.
Apre rustiche vòlte ivi nel sasso
10freschissimo ederoso antro capace;
ne sgorga in giú, precipitando il passo,
onda loquace.
Non belva i rami fa stormir, non vento,
e sol, romito abitator di fronde,
15il rosignuol suo tenero lamento
ivi diffonde.
Ivi il dotto silenzio erra pel bosco,
e di pensier simili a’ sogni un nembo
fa piovere, scotendo il mantel fosco
20all’erbe in grembo.
Sulle palladie carte a tutti ascoso
lá pender puoi come quassú ti piacque:
a meditar ti chiama il bosco ombroso
e il suon dell’acque.