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138 carlo castone rezzonico della torre

l’idee s’aprono il varco, e delle cose
sol cosí ponno colorar l’imago;
280ma giungo a penetrar che dal senso hanno
le facoltá dell’alma istessa origo,
e che memoria, paragon, giudizio,
meraviglia, bisogno, odio ed amore
tutto è sentir. Attenzion, desio
285dell’intelletto e del voler nell’opre
varie ravviso dominar; ma cinge
le qualitá dell’alma ognora il senso,
che tutte in lei col fiuto unico in pria
destolle, e indarno ei si trasforma e fugge,
290quasi invisibil fatto entro i composti
pensieri, e l’istantaneo abito, e il fosco
delle tiranne passion velame,
ch’io pur l’inseguo, ed afferrando teco
la strettamente intesta aurea catena
295dell’analisi lenta, oltre men vo,
non dubbio sulle sacre orme, ed alfine
della difficil veritá m’indonno.
Cosí da’ forti lacci, onde fu stretto
dal biondo Atrida, l’indovin del mare
300Proteo pastor delle natanti foche,
invan con sua fallace arte tentava
disciogliersi e fuggir. Quinci da prima
si fe’ lion folti-barbato, e drago
indi, e cinghiale immane irto, e pantera,
305e sciolse poi le vecchie membra in fonte
liquidissimo, e surse in ramoruto
albero, ed acre crepitò qual fiamma;
finché, nulla giovando, al primo volto
sdegnosamente fe’ ritorno il glauco
310profeta, e ruppe alle venture etadi
co’ fatidici detti il fosco velo.
Tu godi intanto alla marmorea ninfa
or dell’orecchie, or del palato ed ora