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i - poemetti 133

l’armonizzato albergo. Eppur le leggi
onde si tien la spirital sostanza,
100misteriosamente, al corpo unita
nelle mobili fibre han certa base
e lor mercé le varie idee son cónte,
prole dell’alma, ora motrice, or mossa.
Dunque, sí tosto che serpeggia il moto
105per la fibrosa region de’ nervi,
uopo è che l’alma senta. Or quanto fia
quel senso ottuso che risponde al primo
lieve sgropparsi e germinar del corpo?
D’intelligenza il minor grado è questo;
110come nell’alvo prigioniero esiste
nel suo grado minor d’organo il feto,
rude principio di lavor non mai
appien lodato, ed in ragion del lento
crescer del sensitivo ordin di fibre
115stendesi ancor d’intelligenza il regno.
O del maggior britanno alma pensosa,
che, fissando i mortali occhi nell’etra,
l’etá del mondo vi leggesti, e il peso,
qual eri allor che l’embrione, appena
120di vital aura palpitante e caldo,
dal ciel scendesti ad informar? Piú fosca
ti rifasciava tenebria di senso
e stupidezza, che non ha la selva
del vegetante popolo animato
125sotto equivoche forme ascosto in mare,
capriccio di Natura. Il picciol corpo,
foggiato omai collo scader de’ mesi,
la lunga notte e il carcere materno
esce abborrendo nel purpureo giorno.
130Varcano allor co’ multiformi obbietti
per le cinque de’ sensi aperte vie
mille di suono, di sapor, di luce
e d’odori, e di quanto il corpo tocca.