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132 carlo castone rezzonico della torre

per lo cavo del tubo, ignote vie
lo sforzano tentar, finché, volgendo
accorta man la bucherata chiave,
65l’onda repente fuor ne schizza in alto
argenteo sottilissimo zampillo,
che di minuti sprazzi al mobil vento
largo irrorando va le penne, e quasi
di ricadere al proprio centro oblia,
70Da che spiegò l’eterno Fabbro in enti
le nude forme, che in bell’ordin poste
rideano in cima al creator pensiero,
Ei delle cose le materie prime
alla Natura vigile commise
75segretamente, e per compagno il Tempo,
re dell’ore volanti, a lei fu dato
a far palese la bell’arte e il mondo
del pensoso silenzio in sen cresciuto.
L’antica delle cose arbitra e madre
80al gran lavor de’ multiformi obbietti
tacita intende, e di sí fine trame
empiendo va la variata tela,
che invan lincea pupilla immobilmente
sul finissimo ordito esplora, e segue
85il lieve striscio della spola artefice.
Ma con man pronte l’instancabil veglio
a poco a poco la tela operosa
va dal subbio versatile svolgendo,
e di Natura il magistero accusa.
90Vano è però ch’io rintracciar presuma
fra la densa caligine que’ primi
tratti del senso e del pensier, che nella
alma bambina il vital moto ormeggia,
quando dell’uom le raggruppate forme
95l’antico germe a sviluppar comincia,
e il triplice inegual fibroso lobo
del celabro crescente allo spirto apre