Pagina:Poeti minori del Settecento I.djvu/141


i - poemetti 131

     Ah! non fia ver, che dove rara o nulla
orma stampò fra gl’intricati dumi
la poetica rota, ivi si frange
da dotto auriga il faticoso calle,
30s’avvien che in petto il revolubil sangue
d’altre scintille ricercar si senta
che dell’estro volgare, ond’hanno vita
sogni e versi d’amor vòti di cose.
Sul fantastico carro ecco giá sale
35tacita, il guardo in sé raccolta e chiusa,
color di sapienza, in negri veli,
e con severa man Filosofía
modera il corso delle lievi rote.
Gl’indocili destrier, fumo e faville
40dalle anele spirando ampie narici,
fan bianco il freno di sdegnose spume,
e invan con lui contrastano; ma l’asse
d’annoso alloro al non usato pondo
di tante deitá curvasi e stride.
     45Tu m’odi, illustre pensator, che lume
si largo in grave ragionar diffondi
sull’arcane dell’alma opre, e del senso
tutte le varie facoltá ne trai,
ond’ella intende, si ricorda e vuole;
50odi com’io tuoi detti orni e gli altrui,
indagator delle composte idee,
col verso audace, e lo sospinga ed alzi
de’ dipinti fantasmi oltre la sfera
nella deserta region del nudo
55pensier, che in se medesmo entra e si pasce.
     Così, per l’arte di Ieron, si mira
mezzo ripien di limpidissim’onda
sferico vase, e per l’angusta gola
tenue canna di rame immersa, e chiusa
60l’elastica addensar mole dell’aure,
che, il liquido premendo umor soggetto.