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100 angelo mazza

V

GIUSEPPE TARTINI.

O sonoro ondeggiar d’aere, che vuoi?
Da qual vena movesti, ed a qual vassi
termin co’ vari revolubil tuoi
guizzi or lenti or veloci, or alti or bassi?
Fama ragiona, che cotanto puoi
che le sorelle in pregio arti trapassi,
che formati per te sursero eroi,
che seguaci ti fûro arbori e sassi.
Qual concetto o costume o quale imago
pe’ tuoi numeri espressa appar, sí ch’io
suon nol tenga insensato, incerto e vago?
Il gallico Lucian disse: l’udío
l’ausonio Lino, e ’l dimandar fe’ pago
con quell’arco che vinse ogni desio.

VI

NICOLÒ IUMELLA.

Dentr’uno quasi mar che non ha sponda
le fantastiche vele apre Iumella,
e senza paventar sirte o procella
la spirata del genio aura asseconda;
e, dove piú commosso il flutto inonda,
passa fidato ne l’amica stella;
poi nuota a scherzo, ove ’l desio l’appella
e gli sorride il rincrespar de l’onda:
i musici tritoni e le sirene
al nocchier, destro di governo e sarte,
plaudendo van di meraviglia piene;
tanto costui da tutt’altri si parte
(perdonimi qual è grande o si tiene)
ov’è piú rischio il navigar senz’arte!