in cui la pallida strega — e i ghiacciai
con rombe assidue rompeansi a tratti —
dubitò il termine venuto omai
20scritto ne’ patti.
Come la pallida strega, l’orecchio
tendo, anch’io, pallido, d’antichi eventi
a voci e strepiti, che il mondo vecchio
24canta tra i venti.
Non è la nebbia che per la piana
via le pozzanghere trepida batte,
ma là tra l’aere dubbio una strana
28voce combatte:
pari d’Eolie lire al concento
nell’Apollinee splendide gare,
nuova Olimpiade sui monti sento
32rumoreggiare.
Un grido fervido, lungo, echeggiante
Pan manda il postumo, Pan che non muore,
Pan per le cedue boscaglie errante
36Dio vincitore.