Pagina:Poesie varie (Pascoli).djvu/200

178 poesie varie

290Pendeano tutti, dai minori ai grandi,
immobilmente da quelli occhi austeri.
C’erano, immani, senza braccia, dogli
fatti per l’ombra del celliere, e grandi
anfore ansate da portare in capo,
295e buone al fuoco pentole, e laveggi
buoni alla fiamma, ed ampi orli di conche.
C’erano liscie pàtere, ed orciuoli
dal curvo becco, e snelli bricchi, e coppe
tonde, e sottili calici slanciati,
300teglie, alberelli per le gabbie, larghe
ciotole, a cui beva il fanciullo e il vecchio,
tremuli entrambi. A lui piacean quei vasi
perchè sinceri, e glorioso in cuore
dicea: Chi porta se non io, la creta?
305Ma torvo in altri egli vedea fioretti
fogline erbucce, che la pura argilla
gli avean macchiata, e nulla aggiunto al suono
del vaso, al suono che del vaso è il tutto.
Così sdegnava quel fiorir minuto
310l’asino; e grato invece alle fanciulle
era; e qual d’esse avea sulla finestra
un testo di viole o di gerani,
allor che i bocci erano belli aperti,
diceva in lode de’ natii suoi fiori,
               315che? che parean dipinti.


xiv


Allor, cadendo un dì d’april, che il cielo
sembrava nuovo, molle ancor di pioggia;