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168 | poesie varie |
Fredda, la terra: e pur ne fece un orto
Trigo ortolano. E primamente sparse
nera calena sopra le biancane.
E questo primo era un inganno al Sole,
20ch’ha per le terre bianche odio; ma in quella,
che avea velato il suo pallor, s’infuse.
Nè pago, mucchi egli elevò di piote,
lasciando buche, che inzeppò di frondi
di gambi e sterpi, e v’accendeva un fuoco
25cieco, fumoso, ed il terren compatto
di scabro tufo e di porosa calce
poi mescolava; e ne allargò le vene:
sì ch’ei la terra fece come spugna,
spugna che tutto prende e tutto rende,
30donde suggesse ogni radice il latte.
Nè finì mai di spargervi sottile
cenere e rusco e graveolente fimo;
sì che la pioggia che già lì stagnante
specchiava il volo delle esauste nubi,
35dopo sparì, parve sorbir le zolle,
vi brulicò, vi gorgogliò, rendendo
grato un odore al cielo.
Ma pur amava la cerulea creta
Brigo vasaio; e ben ve n’era in copia,
40duttile e molle al pollice qual olio.