E non è il giorno, che si muta casa?
l’otto di maggio? E non è questa l’ora
di mezzodì, quando si lascia il carro,
pieno di sedie e trespoli e strapunti, 5avanti l’uscio della nuova casa?
C’è uno a guardia che seduto all’ombra
sul limitare, mangia curvo il pane.
Ed oggi, o bimbo, hai fatto San Michele,
hai messi insieme i piccoli fardelli, 10le tue cosette, a una a una, tutte?
E il tuo carretto è fermo lì, su l’ora
di mezzodì, con sopra la tua vita.
E c’è tua madre lì d’accanto e piange.
Perchè mutare? Non assai ridente 15d’amore e luce era la tua dimora?
Non c’era il sole? E dove andrai? C’è freddo
nella Certosa, o creatura, e buio!
E non più giochi e non più madre e nulla!
E tu vi andrai? Là tu vorrai deporre 20tutta la cara fanciulletta vita?