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104 | poesie varie |
A UN AMICO DI MIO PADRE11
Amici suoi che foste, avete udita
mai la sua voce? “ O tomba oscura e forte,
in cui m’affanna i sonni della morte,
4ineluttabil incubo, la vita!
Ah! vivo io, vivo. O prole mia sfuggita
a questa forse invidiata sorte,
come risuona sempre a queste porte
8la tua querela timida, infinita!...
L’uno va nudo e solo ramingando;
qui sosta e piange. Un altro derelitto
11odo in segreto disperar lontano.
E le mie bimbe gemono pensando
al muto grido che per loro io gitto,
14alle mie braccia per lor tese, invano „.
1893.
Il figlio che ha udito quella voce.