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per l’illustre donzella

signora elisabetta albertini

che veste l’abito francescano


*


Ben è di doppio ferro, o d’adamante
Ricinta intorno, e dura selce ha in petto,
Colei che, schiva d’ogni dolce affetto,
4È sorda a’ prieghi di cortese amante.

     Ma chi lunge da lui volge le piante,
Per chiudersi in solingo ermo ricetto,
Donna non è, ma sotto umano aspetto,
8Fera ne i piani de la Libia errante.

     Sì parla di costei la turba stolta,
Che non vede a che posto ha suo disiro;
11In van, ch’ella pur fugge, e non ascolta.

     Solo i begli occhi rivolgendo in giro,
Guata talora il padre, e poi dà volta,
14Con quattro lagrimette, ed un sospiro.