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E quel misterioso almo riposo,
In cui cessasti, quasi fabbro stanco,
Da le fatiche tue, chiaro ne addita
40Che più che in altro, in lui ti compiacesti.
Tu lo formasti a la tua propria imago,
Con intelletto, volontate, e amore:
Con intelletto, che conosca il buono;
(Non già in se stesso, ma qual ei si mostra
45Diffuso e sparso in le create cose);
Con volontà, che conosciuto il voglia;
E con amore, che voluto l’ami;
In che l’umana libertà si chiude.
Poscia dentro il terrestre Paradiso,
50Alma contrada, dove sempre verna,
Abitator felice il collocasti;
Perchè quanto natura ivi produce,
Tutto a l’impero suo fosse soggetto.
Folle! che non contento di sua sorte,
55E più bramando che bramar non lice,
Al suo stesso Fattor volle agguagliarsi.
Che colui certamente a Dio s’agguaglia,
Ed ingiusto s’usurpa i dritti suoi,