Pagina:Poesie inedite di Silvio Pellico II.djvu/93


( 91 )

Cantan d’Italia. Applaudon gli uni a Irnando,
Che, ito in Lamagna giovinetto, ad uno
135De’ contendenti re sacrò il suo ferro;
Altri a Camillo applaudon, che s’accese
Pel secondo aspirante al real trono,
Ma aspirante illegittimo. Speraro
Camillo e Irnando un l’altro süadersi
140All’abbracciata parte. E l’un de’ duo,
Non si sa qual, trascorse a villanìa.
     Furor di fazïon trasse dapprima
Questo e quello davvero a stimar vile
Il già sì caro amico. Assai palese
145Delle avversarie crude ire sembrava
L’iniquità ad Irnando: ei non potea
Creder che onesto intento in alcun fosse,
Il qual per esse parteggiasse. Al pari
A Camillo parea dell’altra causa
150Evidente l’infamia essere al mondo.
     In qualunque dei duo fallisse primo
La carità di confratello, e germe
Altro o no di rancor vi si aggiungesse,
Furon veduti inferocir nel campo
155Come leoni. Ma l’atroce guerra
E l’alterna fortuna delle insegne:
Loco porgean a esercitar da entrambe