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60Oh come su quell’olmo il dolce amico
Teneramente mi stringea al suo seno,
Il mio ardir rampognandomi! Ei dicea
Aver alto gridato « Al lupo! al lupo! »
Per la speranza ch’io vieppiù fuggissi,
65E tristo incontro pari al suo scansassi.
« E tu invece, oh insensato! ei ripetea,
Vanamente arrischiasti i cari giorni
Per aïtar l’amico, o coll’amico
Preda morir di quelle orrende zanne! »
70Ciò dicendo ei piangeva, ed io piangeva
Suoi cari lacrimosi occhi baciando,
E tal commozïone era profonda,
Delizïosa per entrambo! oh come
Sentivamo d’amarci! oh quanto vere
75Sonavan le proteste, asseverando
Che l’un per l’altro volontier la vita
Donata avrìa! — Dall’olmo alfin veggiamo
Scender di qua e di là dalle pendici
Fiaccole ardenti. Eran d’Irnando il padre
80Ed il mio che venìan, co’ loro servi,
Degli smarriti figliuoletti in cerca.
Sgombrava il lupo a quella vista; e noi
Dall’arbore ospital lieti calammo,
E saltellanti sulla neve, incontro