Ma dopo tal sollievo, allor che mesto
Il prigionier dalle pietose braccia
Di persona carissima è staccato,
E solingo riman, quanto più dura 830Gli è solitudin! Quanto più affannoso
Il desiderio de’ bei tempi in cui
Fra gli amati vivea! Quanto più viva,
Più lacerante la pietà ch’ei sente
Di sè stesso e d’altrui!
Me a tal dolore 835Stranier non volle il Cielo, e in ripensarti,
O decennio del carcere, infiniti
Strazi ricordo, ma il più acerbo è forse
Quand’io, abbracciato il genitor, partirsi
Da me il vedea; quand’io, calde le labbra 840Del bacio suo, dicea: — Questo è l’estremo!
Non un decennio, ma più lune ancora
Duràr gli affanni d’Ebelino. Ei forse
Nel giudizio di Dio gli accusatori
Sperava iniqui col possente acciaro 845Düellando atterrar. Chi d’Ebelino
Avea la forza e la destrezza? E quanta
Forza e destrezza in düellar non dona
Senso d’intemerata anima offesa!
Ma tai giudizi Iddio forse abborrendo,