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     S’inorridisce e sclamasi: — « Son io,
     Benchè non conscio di mie colpe, un empio? »
     E chiedesi all’Eterno, e lungamente
     780Chiedesi invan, d’amore una scintilla!
          Quelle angosce conobbe anco Ebelino,
     Ed allora invisibile al suo fianco
     Sàtan sedeva, e gli pingea coll’arte,
     Ch’è propria a lui, tutto che meglio ad ira
     785E a disperazïon trarlo potesse.
     Ed Ebelin pur resistea, e pensava,
     In mezzo alle sue smanie, all’Uomo-Iddio,
     Che sublimò i dolori, e fu ludibrio
     D’ingrati e di crudeli: e quel pensiero,
     790Che insensatezza all’occhio è de’ felici,
     Insensatezza non pareagli, ed alta
     Storia pareagli che gli oppressi in tutti
     Lor martirii nobilita; e volgendo
     Quella storia ammiranda, a poco a poco
     795Ammansava gli sdegni e perdonava.
          Ma la parte del cor, che più dolente
     Sanguinava, era quella ove scolpite
     Stavan due care fronti. Una è la fronte
     Della madre decrepita che in pace,
     800All’ombra degli altar, da parecchi anni
     Viveasi in Quedlimburgo, e l’altra è quella