Gli ritornavan gli alti e numerosi 610Servigi di quel prode, e l’amicizia
Che al magno Otton, suo padre, avealo stretto;
E commoveasi ripensando quante
Volte quell’Ebelin con tenerezza
Lui prence fanciulletto infra le braccia 615Portato avea, quante paterne cure
Prese per lui, quanti affrontati in guerra
Per sua difesa ardui perigli, — e il core
Gli si volgea a clemenza.
Ode sonanti
Nelle vicine sale i trascinati 620Ferri del prigioniero, e gli si gela
Di pietà il sangue. E quand’entrare il vede
Pallido, smunto, gli si gonfia il ciglio,
E magnanimo pianto a stento cela.
Ebelin pur commosso era, calcando 625Con vincolato piede oggi i tappeti,
Che tante volte avea con dominante
Passo calcati, e intorno a sè veggendo
Tanti, che in altro tempo a lui dinanzi
S’inchinavan temendo, ovver felici 630Andavan s’egli a lor stringea la destra,
E ch’or s’atteggian contegnosi, e quali
A sterile pietà, quali ad insulto.