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     Presentii di mia patria obbrobri e pianto,
     S’ella sorda restava a’ preghi miei,
     E alle minacce mie, quando insensata
     Io vostr’impresa nominava e iniqua.
          590I testimonii balbettaro, e fisi
     Gli occhi loro in Guelardo, il concertato
     Calunnïar sostennero. Ebelino
     Più non degnolli di risposta, e chiese
     D’esser condotto anzi ad Ottone a cui
     595Parlar volea.
                                 Respinge inutilmente
     Guelardo quest’inchiesta, e così forte
     La ripete Ebelin, ch’un de’ seduti
     A giudicarlo generoso alzossi,
     Sclamando: — La tua brama, o il più infelice
     600Fra gli accusati, porteranno al trono
     Le labbra mie.
                                      Null’uom potè di quella
     Anima schietta rattenere i passi:
     Move all’Imperador, franco gli parla,
     E il pio monarca inducesi al colloquio.
          605Mentre dunque l’afflitto incoronato
     Nelle regali, splendide pareti
     Aspettava che a lui tratto venisse
     Il già caro Ebelin, nella memoria