Animo, e reca sulla smorta fronte
Quell’alterezza ch’a innocenza spetta.
Cela Guelardo il suo tremore, e prende
Così ad interrogar:
— Qual è il tuo nome, 545O sciagurato reo?
— Sono Ebelino
Da Villanova, amico tuo.
— Rigetto
L’amistà d’un fellon: giudice seggo.
Che macchinasti co’ Lombardi?
In viso
L’accusato guardollo, e non rispose. 550E Guelardo: — A lor trame eri secreto
Eccitator; t’offrìan lo scettro, e pronta
Stava tua destra ad accettarlo in giorno
Ch’ansio esitavi a stabilire, in giorno
Che, la mercè di Dio, non è spuntato. 555V’ha fra i complici tuoi chi tua perfidia
Al tribunale attesta.
E poichè muto
Serbavasi Ebelin, vengon a un cenno
Que’ testimonii nella sala addotti.
Eran duo di que’ truci esclamatori 560Di libertà, di civiche vendette,