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     420Al passato suo lustro. E quale esclama:
     — Va, di rivolte eccitator maligno!
     Va, scellerata causa, onde su noi
     Cesare versa il suo tremendo sdegno! —
     Qual: — Va, codardo degli Otton mancipio,
     425Che d’Italia campion far ti negasti!
     Ben or ti sta de’ tuoi servigi il premio! —
     Qual più schietto prorompe: — Erami noia
     Udir chiamarti il giusto; alfin delitti
     Potrem di te sapere ed abborrirti!
          430Quant’è lunga la via sino a’ confini
     Delle italiche valli, Ebelin tacque
     Degli spregi sofferti. Allor che in cima
     Dell’alpe fu, rivolse gli occhi, e alzando
     Le incatenate braccia, — Oh maledetta
     435Troppo da’ vizi tuoi, misera patria,
     Sclamò, non io ti maledico! Il cielo
     Figli ti dia che s’amino fra loro,
     Ed amin te com’io t’amava e t’amo,
     E più di me felici acquistin gloria
     440Senza espïarla con dolori e insulti!
     — Maledicila! gridagli all’orecchio
     Una voce infernal.
                                            — Ti benedico
     L’ultima volta! ripres’egli.