Ma senza avvicendar come altre volte 300Palpiti dolci di desìo e di pena.
Infinto ei crede ogni atto ed ogni accento
Del più sincero degli umani, e parte
Coi fremiti dell’odio, e maturando
Di non avute offese alta vendetta. 305— Cieco tanto io sarò che vero estimi
Suo rifiuto ai ribelli? Or che sì vaste
Son le congiure? Or che da lunghe e infauste
Guerre è stanco l’impero? Or che d’illustre
Nome a capitanarla, e di null’altro, 310La penisola ha d’uopo? Or che oltraggiata
Dalla superba, greca, invida nuora
È quell’antica d’Ebelin fautrice,
La vantata Adelaide, che alle umìli
Ombre de’ chiostri dalla reggia mosse? 315Or che Tëofanìa palesemente
Lacci a lui tende e sua rovina agogna?
Il menzogner di me diffida: i vili
Diffidan sempre! Allontanarmi volle
Non senza mira ostil: me di qui toglie 320Per regnar sol, per non aver chi forse
Sua sapïenza e sue prodezze oscuri.
All’amico ei rinuncia; ei nelle schiere
Del suo tradito Imperador mi brama,