Ove i duo messi imperïali invano
Senno indiceano e obbedïenza.
— O prodi !
Così Ebelin risponde al temerario
De’ corrucciosi invito; io condottiero 180Mai contr’Otton non moverò, chè avvinto
Gli son da conoscente animo e onore,
E il portai fra mie braccia. E quando insieme
Del moribondo padre suo le coltri
Inondavam di pianto, il sacro vecchio 185Nostre mani congiunse, e disse: — Un figlio,
O Ebelino, ti lascio — ed a te lascio,
O figlio, un padre in Ebelino! — Ed era
In tai detti spirato. Allora il figlio
Gettommi al collo ambe le braccia, e molto 190Pianse, e chiamommi padre suo, e lo strinsi,
E il chiamai figlio. Ove pur reo di patti
Vïolati con voi fosse il mio sire,
Biasmo sincer da mie labbra paterne
Avriane, sì; retti n’avrìa consigli, 195Ma non odio, non guerra, non perfidia!
— Deh! tacciano, Ebelin, privati affetti,
Ov’è causa di popoli. Ed ignota
Mal tu presumi essere a noi l’ingrata
Alma d’Ottone anco ver te, che dritti