Da quella bella e grande alma si vide
Ascoltato, compianto, e di non tarda
Aïta lieto. Un fascino infernale 130Sovra la fronte di Guelardo imposto
Ha del demone il bacio. Allo straniero
Conglutinossi d’Ebelino il core
In breve tempo; e nella reggia è in campo
Quei Gionata parea, questi Davidde. 135Mirabile brillava ad ogni ciglio
Quella forte amistà: Satan fremeva
Ch’ella durasse, e il volgersi degli anni
Affrettar non potea. Nè ratto varco
Sperabil era tra i pensieri onesti 140Che Guelardo nodriva e la sua infamia,
Tra l’amor suo per Ebelin, tra il dolce
Nella virtù emularlo, e il desiderio
Scellerato di spegnerlo. Ma il tristo
Angiol si confortava misurando 145L’immortal suo avvenire. Appo sì lunghi
Secoli, breve istante eran poch’anni.
Ed intanto ei godeva, a quell’imago
Che tigre, sebben avida di sangue,
Mira la preda, e ascosa sta, e sollazzo 150Tragge di quella contemplando i moti
E l’amabil fidanza, ed assapora