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480La sapïente vergine che a brame
Di verità togliea l’impeto scabro
Delle audaci parole, e ammorbidìa
Con abbondante carità i consigli!
Il sospendersi i fulmini, die’ loco
485A gravi scoprimenti: entrò discordia
Fra gl’inimici d’Ugonel; le accuse
Si contraddisser; la menzogna apparve;
Del Sassone Emerigo l’omicida
Fu manifesto e dato a morte; e colmo
490Di gloria uscì del carcer suo Ugonello.
Fu grato all’Imperante il liberato
Ed alla vergin trovadrice; e vide
Ch’ella amava Aldigero, e che Aldigero
Per l’emula ne’ carmi si struggea,
495E fra i varii parenti accordo trasse,
E l’imen si compiè. Sorrise Ottone
Ai degni sposi, e a Rafaella disse:
— Temprato dal tuo pio genio celeste,
Il vigor d’Aldiger più non m’irrìta.
500Nè da quel dì Romeo gl’impeti incauti
Non temè del figliuol: fatto era questi
Prode leon che a gentil maga è ligio.