Sentenze tai, ch’eran flagellò al core
Di taluni fra i grandi, e l’infiammato
Inno rivolse a pingere l’uom giusto, 335Che i maligni allontanano dal trono
Con atroci calunnie. E la pittura
Dell’improvvido vate apertamente
D’Ugonel presentava e le sembianze,
E le virtù, ed il carcere. In suo cieco 340Zelo pel vero il trovador pregava
D’Augusto la giustizia a diffidenza
Contro orribili accuse, e predicea
Indi a lui gloria, ed agl’iniqui infamia.
Otton s’alzò sdegnato; e mise un cenno, 345E l’inno s’interruppe, e dalle mani
D’uno scudier tolta al cantor fu l’arpa;
E la popolosissima assemblea
Alzò lungo susurro, in cui sommesso
Plauso verso Aldiger mostravan molti, 350Ma plauso da rispetto e da paura
Alternamente soffocato. I cuori
Più ad Ugonello e ad Aldiger propensi
Nuocer temeano maggiormente ad ambi;
Se quel plauso sciogliean.
Qui l’assennato 355Imperador volle calmare il moto