Dell’amante garzon; ma il foco ei cela,
E mira, e pensa, e ascolta, e più di prima
Vago di carmi ha il fervido intelletto. 310Qual di lui fassi l’esultanza, quando
Onorevol romor da tutte parti
S’alza di gente che il ravvisa e dice:
— Non è quegli Aldiger? Certo, è Aldigero!
Il famoso Aldiger! — Lo stesso Ottone 315Ode il pronto susurro, e poichè tanta
Dell’estro d’Aldigero è qui la fama,
Vuole che un’arpa a lui si porga e canti.
Penetrato era intanto ivi Romeo,
E testimon d’onor sì grande al figlio, 320Di tenerezza lagrimò: tremava
Nondimeno il canuto, a cui più noto
Era che al figlio suo, quanta abbisogni
Innanzi ai re prudenza; egli tremava,
Conscio dell’arditissimo desìo 325Di verità che in Aldiger fervea.
Ed infatti Aldiger, poste le dita
Sull’auree corde, e dolcemente svolta
Ossequïosa melodìa, la sacra
Maestà benedisse, indi i sublimi 330Doveri commendando de’ regnanti,
Osò mischiar con reverenti encomii