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Avido d’alti fatti e di verace
525Gara per dritti e libertà ed onore!
     — Ma parmi, o sir, che, non ha molto, un grido
Universal vilissima chiamasse
Questa prosapia di toscani eroi,
Curva a lambir d’un cavalier francese
530L’orme sanguigne.
                                      ― Oibò, Gilnero! Il tristo
Gualtier duca d’Atene avea la stolta
Sua gallica arroganza ivi recato,
Soggiogarli sperando; e più rifulse
Di Fiorenza il valor! più la concordia
535Contro a straniere tirannie! Di laude
Più che mai degna è questa illustre terra.
     Così in Fiorenza entrarono, e tre giorni
Roccel d’amor s’inebbriò e d’ossequio
Per quelle mura, per quel ciel, per quelle
540Argute faccie, per quel dolce vezzo
D’un idïoma che le grazie vince
Pur de’ veneti suoni, e per palagi
E chiese e monumenti, ove di grandi
Anime tante la memoria vive:
545E d’amore e d’ossequio inebbrïossi
Per le repubblicane alto-sonanti
Paterne leggi, onde con bello orgoglio