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Ei dell’itale glorie? Alma villana
Mascherata da re! Col fratricidio
Non si pianta un impero a’ dì cristiani.
Indarno ei rapinava una dop’altra
185Città qui intorno tante, e si curvaro
Alla vipera alzata in sanguinosi
Stendardi Alba, Cherasco, Asti, Alessandria,
E intero omai s’arroga egli il Piemonte.
Gloria oggidì al ladrone, e doman forse
190La fune al collo! Eroe lo chiaman oggi;
Doman da quei che gli movean più laudi,
Si scaglierà sulla sua tomba oltraggio!
     — Taci! era il grido di Roccello ancora.
Ma ruminava ei di Gilnero i motti,
195E scrutando iva poscia altri pensanti;
E a poco a poco discoprìa infelice
La città Milanese, e fremebonda
Di rancori indelebili e di trame.
Vide egli stesso di Luchin nel tetto
200Paure e inimicizie ed immolate
Nobilissime fronti; e vide il sommo
Vate Petrarca abbrevïar l’ospizio
Largito a lui dal protettor Visconte;
E dalle labbra di quel sommo intese
205Questo secreto, spaventevol detto: