Pagina:Poesie inedite di Silvio Pellico II.djvu/254


( 252 )

Affliggean le famiglie, e singolari
Ne seguìano certami e vïolenti
Scoppi a vendette. Il buon Roccel, perduti
Ambo i vecchi parenti, e contristato
15Dallo spettacol di cotanti sdegni,
Caduta in troppe a lui sembrò bassezze
La stirpe umana entro la patria terra.
     Di Milan sorrideagli e de’ Visconti
La rimembranza, ed a Milan s’avvia
20Vagheggiando col fervido pensiero
I costumi leali e generosi
Della città lombarda. — Oh dell’estinta
Mia genitrice amata culla! Oh pie
Torri de’ suoi congiunti! Oh come tutta
25Combacian quest’amante anima i fatti
De’ cavalieri che in Milano io vidi!
Là s’albergo pur v’hanno alcuni indegni,
I degnissimi abbondano: là i cuori
Intemerati a cuori intemerati
30Unir si ponno e confortarsi. Un tempo
Anco Saluzzo e le sue valli amene
Eran così; mietute ha cruda guerra
Le magnanime vite, e brulicante
Vil di rettili resta oggi semenza.
     35Scotea le spalle il suo scudier Gilnero