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370Raffigurò d’Aroldo, e se bastata
A lui fosse la possa, ei rifuggìa.
     Manfredo! e senza guardie! e semivivo,
Sotto il tetto dell’uom cui trucidato
Non in battagia, ma in supplizi ha il figlio!
375Clara il conosce, e mentre a lui gli spirti
I famigli richiamano, ella corre
Alle stanze del padre, e già già quasi
A lui così sclamava: ― Esci, un prodigio
Ad ammirar del Dio delle vendette:
380Sull’ossa di tuo figlio a spirar viene
Il suo assassin!
                               Ma in quell’istante gli occhi
Della donzella alzaronsi a parete,
Onde pendea dell’Uomo-Dio morente
Effigie veneranda, e a quella vista
385L’irrompente parola in cor rattenne.
     Religïoso fremito la invase
Dinanzi a quell’effigie.
                                                — Oh mio Signore!
Quai voci arcane alla tua ancella parli?
Tu irreprensibil fosti e sì infelice!
390E a quei che t’uccidean pur perdonavi!
Or chi sa? Forse il dolce mio fratello
Pe’ falli suoi fuor dell’eterna reggia,