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250A’ piè d’Aroldo.
                                  E mentre ei brancolando
Col caro pegno tra le braccia fugge
D’in mezzo della via, però che udito
Brigata di cavalli ha scalpitante
Di qua dal campo alla sua volta, e ignaro
255Ad un de’ lati fermasi, ove un tronco
D’albero sente; innanzi a lui lo stuolo
Giunge de’ cavalieri. Era Manfredo,
Che di baroni provenzali cinto
Per intenti di guerra iva il terreno
260Intorno visitando. Una fanciulla
Scorge egli tramortita ed un vegliardo,
E voltosi ad Aroldo, acerbamente
Così gli grida: — O discortese e stolto,
Perchè nel sangue d’un fellone e sotto
265Il patibolo tratta hai quell’afflitta,
Cui toglie i sensi il raccapriccio?
                                                                 ― Oh sire,
Oh novo sire di Saluzzo! esclama
L’antico cavalier, cui non intera
L’aspra parola del crudel pungea,
270Nota è ad Aroldo ancor la voce tua:
Aroldo io son dalle romite torri
Che si specchian nel Pellice. E l’illustre