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180Che forse ancor sull’albero non pende,
Cagionerà la morte? . . . Ad ogni costo
Vadasi al fatal loco!
                                         Il piè, tremando
In ciò pensare, affretta. In man la mano
Della meschina Aroldo tien. — Di gelo,
185Fra sè diceva, è questa man, siccome
Quella ch’io strinsi di sua madre al letto
Ove s’estinse.
                             Indi il vegliardo scuote
Il capo, quasi scuotere volesse
Un malaugurio, e non potea. — Di morte,
190Figlia, i negri m’inseguon pensamenti.
Abbi pietà di mia veechiaia, e i cari
Detti mi porgi che tue labbra sciorre
Uniche san, quando scorato è il padre.
     Nata ne’ giorni di sventura, e in erma
195Torre cresciuta, ove sorelle e madre
Vide spirar, sollecita a sinistri
Presentimenti schiuder l’ama, è fatto
In lei religïon. Si raccapriccia
In udir che s’affaccin alla mente
200Del genitore e in quest’istante i negri
Pensamenti di morte. A lui si volge,
Apre le labbra ― e i consolanti detti