1965Danni e da amare perdite innaspriti,
Sì che spinto da lor venìa il marchese
A costante fierezza, insin che, espulsi
Pienamente i nemici, astro securo
Di comun gioia sfavillar potesse. 1970Entro la rocca di Saluzzo chiuso
Erasi il rio Manfredo, e colà ancora
Ei da stranieri iva sperando aïta,
Benchè spersi fuggissero, inseguiti
Dall’antico Giovanni e da Eleardo. 1975Di questi duo suoi fidi cavalieri
Or più Tommaso non avea contezza
Già da due dì. Certo parea il trionfo;
Ma se fallito avesse? e se impensate
Novelle squadre di possenti guelfi 1980Nel paese irrompessero? Que’ dubbii
Nutron lo sdegno di Tommaso. Impone
Che congedati sien Ugo e Maria,
E quai si fosser supplicanti.
Allora
Pria di ritrarsi il presul generoso 1985Resistendo alle guardie, alzò la voce:
— Nobil marchese di Saluzzo, ascolta
I moti del cor tuo: non meritato
Da’ tuoi nemici è di tua grazia il raggio,