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Essa tutrice farsi ad orfanelli,
1730A vedove, ad infermi, a pellegrini,
E tutti gli anni un dono offrire eletto
Sì di Riffredo al monister famoso,
Sì ad altri santi d’innocenza asìli.
Ella avrebbe voluto alle promesse
1735Che le dettava il core, aggiunger quella
Di cingere in Riffredo il santo velo,
Ma la meschina non potea, pensando
Al solitario padre orbo di figli!
Ed, ahi, forse non conscia ella a sè stessa,
1740Anco pensava mal suo grado ognora
A colui, che ne’ scorsi anni felici
Erale stato così caro!
                                             Oh come
La infelice Maria sta dalla torre
Investigando ogni lontano moto
1745D’armi o di passeggieri, ed in lei cresce
Indicibil timor ch’ella securo
Presentimento d’alto lutto estima!
     Chi son que’ duo che sull’arcion veloci
Movon per la pianura? Ad essi lunghe
1750Soverchiamente son le usate strade,
E là passano un rio, là per gli sterpi
D’una macchia s’inoltrano, agognando