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Per noi prodìgi Iddio . . . dimane, o figlia,
Più non hai padre!
— Oh feri detti!
— Io vengo
L’ultima volta a benedirti forse:
1665Con vigor di te degno, odimi: stirpe
Di codardi non siam. Tergi le ciglia,
Frena i singhiozzi; te l’intìmo. Ascolta:
Un patto pongo al benedirti.
— Quale?
— Bada che guelfo io moro, e maledetta
1670Sarà tua man se a ghibellin la porgi!
— T’affida, o padre: intendo. Amo Eleardo,
Ma te guelfo perdendo, a ghibellino
Moglie mai non sarei!
— Tutti il Signore
Dunque sul capo tuo spanda i suoi doni!
1675Me sol, me sol de’ falli miei punendo,
Sparmii l’anima tua!
Disse. Ad un servo
L’accomandò; da lor si svelse e sparve.
VIII.
Infelici ambidue! — Ma più infelice
Forse d’ogni innocente addolorato