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Un altro cuor da quel pensier tremendo
Era a que’ tempi strazïato: il cuore
1570Della figlia d’Arrigo. Avea creduto
L’infelice Maria poter nemica
Vivere ad Eleardo, allor che intese
Ch’ei dipartito dalle guelfe insegne
Alla destra di lei più non ambiva.
1575L’avea davvero alcuni dì abborrito
Com’uom che lei tradìa, com’uom che l’armi
Tradìa de’ generosi. Ah! nel sincero
Animo della vergin quello sdegno
Fu breve fiamma, e sfavillò al suo ciglio
1580De’ ghibellini la giustizia, e pianse
Riconoscendo in qual funesto errore
Il padre s’avvolgesse. Ella in Envìe
Nel paterno castel traea la vita
Colle dilette ancelle, trepidando
1585Pel genitore e per l’amante. Ascesa
I passegger vedeanla da lontano
Su questo ovver su quel dei sette grigi
Torrïoni d’Envìe. La sventurata
Scorgea nella pianura o sovra i colli
1590Gl’incontri delle avverse aste feroci,
E tal or le parea per que’ remoti
Lochi discerner dal fulgor degli elmi