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VI.
In popol da civili ire diviso
Speranza poca è di salute, allora
Che sol gagliarde fervono le incaute
1235Anime giovanili, intente a còrre
Bella, sognata, non possibil palma,
Mentre della canizie intorpidito
Vacilla il senno, sì che norma e freno
Agli audaci inesperti alcuna sacra
1240Fronte non sorge di guerriero antico.
Mancanza tal di celebrato prode
Che vero prode alla sua patria splenda,
Nel colmo avvien de’ tralignati tempi,
E lunga indi stagion regna di pazzo,
1245Sanguinoso dominio e d’anarchìa,
Moltiplice opra di fanciulli eroi,
Fintanto che spossati e fatti vili
Piegano il collo a tranquillante giogo.
Non a tal segno eran corrotti i giorni
1250Di Saluzzo ch’io canto, abbenchè tristi.
Gioventù inferocìa, ma valorosi
Vecchi brillavan sui crescenti ingegni
Per nobil fama di bontà e prodezza.
Fra tai canuti un prence grandeggiava,