Da poche mani congiurate i fochi
Erano stati per le soglie accesi, 875E poche fur le labbra che dapprima
Spargere osaro il grido abbominoso.
Ma frenesìa nel popolo s’appiglia,
E ratto si moltiplica il pensiero,
Esser Tommaso un barbaro oppressore 880Abborrito dal ciel. Lui benedetto
Asseriscon invan con generosa
Gara i ministri delle chiese e i sempre
Pacificanti Francescani e il colto
Stuol di color, che stretti avea la legge 885Di Domenico santo all’esercizio
De’ forti studi e della pia parola.
Benefiche potenze eran que’ frati
Sullo spirto de’ popoli, e sovente,
In tai secoli d’impeti e di sangue, 890Ma di gagliarda fè, coi gonfaloni
Di Francesco e Domenico a feroci
Animi imponean calma e pentimento.
Ma spuntano ai viventi ore talvolta
Di contagiosa irrefrenabil rabbia, 895E sotto ore sì infauste debaccava
Del Saluzzese popolo assai parte.
Dal di fuori frattanto a que’ momenti