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Intercessor presenterommi a voi,
E per religïone ambi e clemenza
415Sospenderete le battaglie, e intanto
A Napoli n’andrò. Placherò, spero,
L’augusto re; lo distorrò da impresa
Onde gli torneria danno ed obbrobrio;
E se leso alcun dritto era a Manfredo,
420Per saldi patti ei risarcito andranne.
     — Proporne indugio alle battaglie è vano:
Impermutabil di Roberto è il cenno;
E mal vai profetando obbroobrio e danno
A chi certezza piena ha di vittoria.
425Solo uno sguardo a nostre schiere volgi,
E vedrai che Saluzzo oggi s’espugna.
     — Espugnarla potrete, ed il ricovro
Forse tor del castello al vinto sire,
E prigion trascinarlo, e dalle chiome
430L’avito serto marchional strappargli,
E tu, Manfredo, ornartene la fronte.
Io non ciò vi contendo; io, per l’antico
Conoscimento mio di questa terra
E degli animi suoi, sol vi dichiaro,
435Che al crollar di Tommaso, ardua e non ferma
Vittoria avreste. In cor de’ più, gagliarde
Son le eredate ghibelline fiamme,