Pagina:Poesie inedite di Silvio Pellico II.djvu/142


( 140 )

     Giunger vonno di notte appo le mura
290Insidïate, e lor sorride speme
Ch’a suon di trombe s’apra ivi la porta.
Ma precorsa è la fama, e quando arriva
L’oste a’ piè di Saluzzo, e dagli araldi
Si suonano le trombe, al suono audace
295Interna intelligenza non risponde,
E nessun ponte levatoio scende
Degl’invasori al passo. Irte le mura
Stan di lance fedeli, scintillanti
Al raggio della luna, e dal lor grembo
300Piovon sull’oste urli di rabbia, e dardi;
Ed a quegli urli universal succede
Il grido popolar: — « Viva Tommaso! ».
Sì che Manfredo per livor si morde
Ambe le labbra, e al baldanzoso volgo
305Giura dar pena d’infinite stragi.
     Il Provenzal Bertrando, alma beffarda,
Dell’amistà del rege insuperbita,
Quasi rege teneasi, e agevolmente
Sovr’ogn’italo sir vibrava scherni.
310Prorompe ei quindi in tracotante riso,
E voltosi a Manfredo: ― Ecco, gli dice,
Quel che ne promettesti universale
Amor per te de’ Saluzzesi spirti!