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     — Perfidia tanta ah! non permetta il cielo!
     — Manfredo, signor nostro, a te m’invia,
A te ch’egli ama e venera, e possente
Crede appo Dio.
                                 — Che vuol da me il fellone?
     175— T’acqueta.
                               — Che vuol ei?
                                                         — Rende onoranza
A quella fama tua che in parte celi
Per umiltade, e forse in parte ignori,
Ma che sul volgo e sui baroni è immensa.
Il vigor de’ Profeti è nel tuo sguardo,
180Nella parola tua, nell’inclit’opre!
Nè fur poste in obblìo le ardimentose
Verità che portate hai cento volte
In nome dell’Eterno a’ pie de’ forti.
Banditor oggi te desìa, te vuole
185Di verità terribili Manfredo:
Vieni i Visconti a maledir nel campo,
Vieni in Saluzzo a maledirli; vieni
Tommaso a maledir, che a’ ghibellini
Fatto s’era mancipio; e il tuo ispirato
190Ingegno volgi a secondar gl’intenti
Di chi protegge i popoli e il diritto.
     Balza a tai detti dal suo antico seggio