150Mutan sommo signor: nel seggio ascende
Del marchesato . . .
— Chi?
— Manfredo.
— Un sogno,
Un sogno è il tuo: Manfredo osò la mano
Stendere al serto del nepote un giorno,
Ma pochi il secondaro, e giurò pace. 155— Fur vïolati da Tommaso i sacri
Vincoli della pace, e l’insultato
Manfredo sorge con diritto, e pugna.
— Foggiati insulti! Agli occhi miei rifulge
Di Tommaso la fede.
— Or cessa, o zio, 160Di compianger l’iniquo, e sostenerlo.
A quest’ora medesma in ch’io ti parlo,
Invitte squadre ascosamente tratte
Son da più lati del Piemonte, l’une
Da Savigliano e circostanti borghi 165Obbedïenti al re, l’altre portando
La Taurinense e la Sabauda insegna;
Ed a lor si congiunge Asti, ed il nerbo
De’ Monferrini guelfi; e, pria che albeggi,
Saluzzo investiranno, e di Saluzzo 170Da interni guelfi s’apriran le porte.