Sete d’oro e di sangue! In Lombardia
Ei d’un mortal più non possede il core:
Sospiran ivi tutti i buoni o il braccio 130Liberator dell’Alemanno Augusto,
O della serpe Viscontèa sul capo
La folgor pontificia, e i benedetti
Brandi del re. Quanto i Lombardi omai
Da quella fatal serpe avviluppati, 135Contaminati, laceri, scherniti
Non ci vediam noi Saluzzesi forse,
Dacchè sposa al Marchese incantatrice
Venne Riccarda, e tracotante stormo
D’Insubri cortegiani accompagnolla? 140— Figlio, ricorda ch’altre volte io seppi
Quell’ira tua sedar. Ragioni mille
Di Saluzzo il dominio alla fortuna
Stringono di Milano.
— Oggi disciolta
È l’infernal necessità.
— Che intendi? 145— Svelta alfin oggi dall’ignobil crine
Del marchese Tommaso è la corona.
— Oh ciel! che parli? Come?
— Oggi Saluzzo
E delle valli sue tutti i baroni