Per alcun tempo attonite
Portano le cittadi il flagel rio,
Indi, poichè ogni provvida
282Arte inutile appar, volgonsi a Dio.
Ed allor sorgon uomini
Per eloquenza e santo cor sublimi,
E con ardir magnanimo
286Rinfacciano lor colpe ai grandi e agl’imi.
Della rampogna ridere
Vorrìa il perverso, e già il malor lo afferra:
Jeri con vil tripudio
290Opprimea l’innocenza, oggi è sotterra.
Prendon la Croce gli umili,
E più d’un già superbo anche la prende,
E il penitente cantico
294Da migliaia di cuori al cielo ascende.
Religïon fortifica
Gli animi che depressi avea paura,
E quindi all’aer malefico
298Più robusta resiste anco natura.