Il vate ed il pittor vedrà un incanto
A sì bel quadro unirsi novo ancora:
Escon le forosette in bianco ammanto 262Da diversi tuguri anzi all’aurora,
Ed affrettano il passo al loco santo,
Ove la campanetta suona l’ora;
Passar indi tra questo albero e quello 266Vedesi colla Croce il pio drappello.
Pingetemi raggiante dall’Empiro
Degli Angiol la Regina che sorride:
Dicesi che talor nel sacro giro 270Delle Rogazïoni alcun lei vide;
Dicesi che commossa dal sospiro
Di quell’anime semplici a lei fide,
Col divin Figlio i campi benedisse, 274Nè gragnuola per molti anni li afflisse.
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E belle son le supplici
Pompe di penitenza in alto lutto,
Quando da morbo orribile 278A gran terrore un popolo è condutto.