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E tale in que’ momenti era il baleno
     Della luce divina in me raggiante,
     487Che il patir mi parea di gioia pieno,
    
E leve il ferro mi parea alle piante.
    
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Oh di Spielbergo semplice chiesuola,
     Ove non s’alzan preci altre giammai,
     Che del mortal che cinge ivi la stola,
     492E di viventi infra catene e guai,
     Ah, in te risplende pur Quei che consola!
     Quei, che del fiacco non respinge i lai!
     Quei, che l’amaro calice accettando,
     496Com’uomo il rimovea raccapricciando!
    
Con qual ìla settima festiva
     Aurora io nel mio carcere attendea!
     Per sei giorni in mestizia illanguidiva,
     500O la mente pensosa egra fervea,
     E talon preda sì di larve giva,
     Che il lume di ragion perder temea:
     In quell’ore io talvolta Iddio cercava,
     504E, inorridisco in dirlo! io nol trovava.