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               Anzi all’altar che ai miseri
                    Sol può istillar virtute,
                    Che rïalzar può l’anime
                    466Da angoscia più abbattute!

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Un giorno alfine, oh fortunato giorno!
     Nunzio ne venne che sariane schiuso
     469Della comun preghiera ivi il soggiorno:
   
E tratto per brev’ora allor dal chiuso,
     Rividi il tabernacolo, ove alberga
     472Colui che in ciel di gloria è circonfuso.
   
Tempio quello non è ch’ardito s’erga
     Sovra eccelse colonne, e in maraviglia,
     475Quasi reggia celeste, i cuori immerga.
   
Poco più che a magione umìl somiglia,
     E pur ivi m’invase quel tremore
     478Che per solenne ossequio all’uom s’appiglia;
   
E per quell’ara palpitai d’amore,
     Come mai palpitato io non avea,
     481E in ver sentii ch’ivi sedea il Signore!
   
Brev’ora fu, ma pure indi io sorgea
     Trasmutato in altr’uom, portando in seno
     484Il Salvator che i mesti accoglie e bea.