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D’inferno una smania
Tormenta quel tristo,
Che indegno consacra
La coppa di Cristo,
Che insegna il Vangelo
226Con labbro infedel;
Che invidia de’ laici
Le vesti e la chioma,
Che irato sogghigna
Sui cenni di Roma,
Che nutre eresia
232Mal cinta da vel.
Ossesso quel petto
Quïete non gode
Se in alme innocenti
Non getta sua frode,
Se non avvelena
238Lor candida fè:
Ei spera, involando
Credenti al Signore,
Estinguere il verme
Che rodegli il core,
E dirsi: « Per gli empi
244» Castigo non v’è ».